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Crêuza de mä

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"Blu"
CAT_IMG Posted on 1/10/2008, 08:51




Crêuza de mä

così master ci ritrova il menù proposto da neverossa



http://it.youtube.com/watch?v=Mq1wJcQlDZY
 
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neverossa
CAT_IMG Posted on 2/10/2008, 06:29




CREUZA DE MÄ

(Mulattiera di mare/
stradina che delimita due proprietà )



Umbre de muri muri de mainé
dunde ne vegnì duve l'è ch'ané
Ombre di facce facce di marinai
da dove venite dov'è che andate

da 'n scitu duve a l'un-a a se mustra nua
e a neutte a n'à puntou u cutellu ä gua
da un posto dove la luna si mostra nuda
e la notte ci ha puntato il coltello alla gola

e a muntä l'àse gh'é restou Diu
u Diàu l'é in cë e u s'è gh'è faetu u nìu
e a montare l'asino c'è rimasto Dio
il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido

ne sciurtìmmu da u mä pe sciugà e osse da u Dria
e a funtan-a di cumbi 'nta cä de pria
usciamo dal mare per asciugare le ossa dall'Andrea
alla fontana dei colombi nella casa di pietra

E 'nt'a cä de pria chi ghe saià
int'à cä du Dria che u nu l'è mainà
E nella casa di pietra chi ci sarà
nella casa dell'Andrea che non è marinaio

gente de Lugan facce da mandillä
qui che du luassu preferiscian l'ä
gente di Lugano facce da tagliaborse
quelli che della spigola preferiscono l'ala

figge de famiggia udù de bun
che ti peu ammiàle senza u gundun
ragazze di famiglia, odore di buono
che puoi guardarle senza preservativo

E a 'ste panse veue cose ghe daià
cose da beive, cose da mangiä
E a queste pance vuote cosa gli darà
cose da bere, cose da mangiare

frittua de pigneu giancu de Purtufin
cervelle de bae 'nt'u meximu vin
frittura di pesciolini, bianco di Portofino
cervelli di agnello nello stesso vino

lasagne da fiddià ai quattru tucchi
paciugu in aegruduse de lévre de cuppi
lasagne da tagliare ai quattro sughi
pasticcio in agrodolce di lepre di tegole (gatto)

E 'nt'a barca du vin ghe naveghiemu 'nsc'i scheuggi
emigranti du rìe cu'i cioi 'nt'i euggi
E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli
emigranti della risata con i chiodi negli occhi

finché u matin crescià da puéilu rechéugge
frè di ganeuffeni e dè figge
finché il mattino crescerà da poterlo raccogliere
fratello dei garofani e delle ragazze

bacan d'a corda marsa d'aegua e de sä
che a ne liga e a ne porta 'nte 'na creuza de mä
padrone della corda marcia d'acqua e di sale
che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare



grazie al sito; www.viadelcampo.com
 
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"Blu"
CAT_IMG Posted on 18/11/2008, 18:19




“Creuza de mä" (pubblicato nel 1984) nasce da un vecchio progetto di Mauro Pagani (ex PFM), l'idea di introdurre un po' di “mediterraneità” nel panorama della musica anglosassone, che dominava il mercato degli ultimi trent'anni (riferiti al 1984); quando Mauro Pagani incontra Fabrizio De André scopre che anche lui aveva in mente un progetto simile e prende forma piano piano “Creuza de mä“. Vengono utilizzati molti strumenti della tradizione popolare mediterranea, nordafricana, balcanica e mediorientale; rispetto al progetto iniziale però vengono scartate le varie lingue mediterranee (napoletano, siciliano, catalano, arabo, francese ecc.) e scelto il dialetto genovese, che già comprende circa 1200 parole derivate dall'arabo e molte altre da altre lingue mediterranee. Inoltre il genovese è una lingua più adatta dell'italiano alla poesia in musica, perché molto ricca di parole tronche.
Il brano omonimo apre il disco sulle note dell’assolo di gaita, uno strumento simile ad una cornamusa o alla nostra zampogna, forse di origine latino-spagnola, ma che in questo caso ruba le note alla Tracia. Poi parte il canto, che anche se non è di facile comprensione è fonte di grandi suggestioni sonore.
Il titolo fa riferimento alla creuza, termine che in genovese significa "sentiero" o "viottolo", ossia un percorso simile ai caratteristici caruggi del centro storico di Genova, o del suo retroterra. La locuzione creuza de mä nel genovesato definisce una mulattiera, talvolta a scalinata, una specie di stradina collinare che delimita i confini di proprietà e porta verso il mare. La traduzione è quindi "mulattiera di mare".
Un'altra interpretazione riferisce la creuza a un preciso fenomeno metereologico del mare, che, sotto i vortici del vento, assume striature contorte argentate o scure, simili a fantastiche strade da percorrere. Si dice infatti “prendere per i viottoli del mare", intendendo la possibilità, o la necessità, di scegliere la via, intraprendere un viaggio, reale o ideale.
“Creuza de mä" parla dei marinai che tornano dal mare, un posto dove la luna si mostra nuda, e vanno nella taverna dell'Andrea a mangiare svariati cibi tipici della cucina genovese, di cui evoca odori e profumi. Il testo mostra la rassegnazione di chi è costretto a un viaggio senza fine, un viaggio-condanna in cui le soste, talvolta rituali e ripetitive, sono fonte di frustrazione e occasioni per ubriacarsi.
“Creuza de mä" si conclude con i rumori e le voci del mercato del pesce di Piazza Cavour a Genova, registrati in presa diretta.


Tra le varie parole derivate da altre lingue, compare nel testo la parola Mandillà, che si riferisce al "mandillo", parola genovese che deriva dal greco "mandìlion" e dall'arabo "mandil" e indica un fazzoletto, un tovagliolo, un pezzo di stoffa più o meno di quella dimensione. In questo caso mandillà ("fazzolettati") indica i tagliaborse, cioè “rapinatori” che si coprono il volto col fazzoletto per non farsi riconoscere.
 
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2 replies since 1/10/2008, 08:51   683 views
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